LA P.A.C. IN PILLOLE

Che cos'è la PAC
La Politica Agricola Comune nasce nel 1962 con il duplice obiettivo di garantire, ai cittadini dell'UE, prodotti agroalimentari a prezzi accessibili (sicurezza alimentare) e, ai produttori agricoli, un adeguato tenore di vita e l'applicazione di prezzi congrui.
La PAC rappresenta la prima politica integrata dell'Unione Europea che ha fatto da apripista ed ha favorito la creazione del mercato unico europeo.
Oggi, dopo sessant'anni, la PAC, accanto agli obiettivi della sicurezza alimentare e del sostegno agli agricoltori, si trova ad affrontare nuove sfide come quelle della tutela e della gestione sostenibile delle risorse naturali, dei cambiamenti climatici, del mantenimento delle comunità rurali, della salvaguardia della biodiversità e del benessere degli animali.
La PAC 2014 2020
Per rispondere a queste nuove sfide il 3 marzo 2010, con la presentazione del documento "Europa 2020: una strategia per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva", si è avviato il lungo percorso di riforma della PAC 2014-2020 che si è concluso il 26 giugno 2013 con l'accordo tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione europea (trilogo). La nuova riforma, entrata in vigore il 1 gennaio 2014 ha visto il coinvolgimento anche della società civile e dei soggetti interessati.
Giovane, verde, sostenibile, competitiva sono le parole chiave della riforma della PAC 2014-2020.
Il primo Pilastro
La PAC è articolata in due pilastri.
Il primo Pilastro riguarda le misure di sostegno al mercato (Organizzazione Comune di Mercato unica) e i pagamenti diretti.
Il 30% dei nuovi pagamenti diretti, che entreranno in vigore dal 1 gennaio 2015 e che riguarderanno gli agricoltori attivi, è legato al "Greening" (inverdimento) ovvero al rispetto di tre pratiche agricole sostenibili ed ecocompatibili quali la diversificazione delle colture, il mantenimento dei prati permanenti e la tutela delle zone di interesse ecologico.
Il primo Pilastro è finanziato totalmente dall'UE attraverso il fondo FEAGA (Fondo Europeo Agricolo di GAranzia). Le risorse assegnate all'Italia per il 1° pilastro ammontano a circa 1,8 miliardi di euro all'anno per un totale, nel periodo, di 27 miliardi di euro.
Il secondo Pilastro
Il secondo Pilastro riguarda la Politica di Sviluppo Rurale nel periodo 2014-2020 orientata al raggiungimento di 3 obiettivi strategici:
1. stimolare la competitività del settore agricolo
2. garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e l'azione per il clima
3. realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato delle economie e comunità rurali, compresa la creazione e la difesa dei posti di lavoro.
La politica di sviluppo rurale sarà attuata attraverso i programmi regionali (PSR) e nazionali (PON).
I Programmi dovranno basarsi su almeno 4 delle seguenti 6 priorità, a loro volta articolate in 18 focus area, individuate dalla Politica di sviluppo rurale:

1. promuovere il trasferimento di conoscenze e l'innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali;
2. potenziare la redditività e la competitività di tutti i tipi di agricoltura e promuovere tecnologie innovative per le aziende agricole e una gestione sostenibile delle foreste;
3. promuovere l'organizzazione della filiera alimentare, il benessere degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo;
4. preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alle foreste;
5. incoraggiare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di CO2 e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale
6. promuovere l'integrazione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali.
Almeno il 30% delle risorse stanziate dovrà essere destinato allo sviluppo rurale per finanziare le misure relative all'agricoltura biologica, alle zone soggette a vincoli naturali, alla gestione del suolo e alla lotta contro il cambiamento climatico e almeno il 5% per l'approccio LEADER.
I PSR potranno prevedere anche dei sottoprogrammi tematici riguardanti, tra l'altro, i giovani agricoltori, le piccole aziende agricole, le zone montane, le filiere corte, le donne nelle zone rurali, la mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento ad essi nonchè la biodiversità.
Il secondo Pilastro è cofinanziato dall'UE attraverso il FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) e dagli Stati membri.
L'Accordo di Partnerariato (AP) 2014-2020, documento da cui deriva la programmazione dei PSR e dei PON è articolato in 11 obiettivi tematici (OT), evidenzia che il FEASR partecipa prevalentemente al sostegno dell'OT3 "Competitività dei sistemi produttivi" e, in linea con la strategia di Europa 2020, agli OT 4 "Energia sostenibile e qualità della vita", OT5 "Clima e rischi ambientali" e OT6 "Tutela dell'ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali".
L'Italia potrà contare su circa 10,4 miliardi di euro, a cui si aggiunge la quota di cofinanziamento nazionale per un totale di 20,8 miliardi di euro.
Di questi, 18,6 miliardi di euro sono destinati all'attuazione dei 21 PSR e 2,2 ai 2 PON, uno relativo alla "Rete rurale nazionale" e l'altro a gestione del rischio, infrastrutture irrigue e biodiversità.

Tratto dalla brochure 
PER UN'AGRICOLTURA AL PASSO COI TEMPI - http://alpassocoitempi.it/

a cura di 
ACLI Terra e CAA ACLI







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